OGGI COSTRUIRE E' UN ATTO SOCIALE
Economia, ambiente e società |
Azzerare il consumo di suolo entro il 2050, tutelare le aree agricole, incentivare la rigenerazione urbana attraverso regimi fiscali di vantaggio, semplificare le procedure per gli interventi di riqualificazione e favorire l’efficienza energetica del costruito attraverso demolizioni e ricostruzioni.
Non male come obbiettivo, vero?
Non male come obbiettivo, vero?
Il tema della rigenerazione urbana sostenibile, a causa dell’esaurimento delle risorse energetiche e delle pessime condizione del patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra, è questione prioritaria nelle politiche di sviluppo urbanistico volte a frenare il consumo di nuovo territorio.
La presenza di edifici abbandonati o in disuso è una costante di molte delle nostre città contemporanee, nelle quali non è raro registrare stabili inutilizzati, lasciati senza manutenzione, in preda al degrado. La qualità degli edifici abbandonati peggiora di giorno in giorno e, a causa della carenza di manutenzione, provocando un forte deterioramento fisico tanto da renderli inutilizzabili, se non addirittura pericolosi per coloro che dovessero trovarsi nei dintorni.
Edifici lì, giorno dopo giorno, notte dopo notte, rimangono realtà silenziose che continuano a perdere un pezzo di intonaco, di storia, di memoria ogni giorno, occupano solo uno spazio dimenticato e sembra che non abbiano nessuna possibilità di riscattarsi nei confronti del quartiere e dei cittadini, ma diventano, anzi, luoghi da cui sarebbe meglio girare alla larga.
Tutto ciò si ripercuote sulla qualità della vita degli abitanti del quartiere: la presenza di situazioni di degrado fisico e ambientale, infatti, rende impossibile la fruizione di uno spazio.
Ma come viene gestita questa situazione dalla nostra società? E perché sono sempre più frequenti questi casi di abbandono?
La risposta si può trovare nell'estremo consumismo che caratterizza la nostra contemporaneità per cui, nonostante la crisi economica che ha afflitto tutto il mondo in questi ultimi anni, il “costruire” sembra essere una priorità per lo sviluppo dell’economia di un Paese, nonché lo specchio del benessere delle stesse società moderne.
Il problema “abbandono edilizio” è ampio ed estremamente complesso in quanto ci pone di fronte a numerose e diverse criticità.
Si tratta di immobili ed edifici talvolta molto belli con un gusto architettonico dall'enorme valore, lasciati nel più completo abbandono ed entrati nell'immaginario comune come entità desolate e destinate alla rovina.
Sono pochi i soggetti che escono da questi schemi scegliendo una via diversa, quella del “rivalutare”. Immaginate come la carta, il vetro e la plastica possono svolgere nuove funzioni, non essendo più rifiuti, una volta riciclati, così anche un edificio abbandonato è una sorta di rifiuto urbano ma che, in realtà, può rappresentare anche una risorsa per la città: nel momento in cui venisse intrapreso un progetto di recupero, questo potrebbe tornare nuovamente fruibile, acquisendo un nuovo senso nel contesto urbano e contribuendo a porre fine a diverse forme di degrado che inevitabilmente sorgono.
Ecco perché oggi costruire è un atto sociale! Vi racconto una bella iniziativa di rigenerazione urbana, si chiama Onehome Brianza e la parola chiave del
progetto è "sostenibilità", di pari passo ad innovazione e risparmio
energetico. OneHome Brianza, porta il suo contributo con edilizia di qualità.
Il cantiere di prossima realizzazione sorgerà a Concorezzo in via Mote Rosa, 1 su un'area dismessa, quindi senza ulteriore consumo di suolo. Non verranno utilizzati nuovi terreni, ma si punta alla rigenerazione, creando nuovo valore nel quartiere. Contenimento del consumo del suolo e riuso del terreno già edificato con un edificio dall' alta efficienza energetica.
Che la sostenibilità in edilizia sia una direzione obbligatoria è ormai un dato certo, ma oggi si va oltre, parlando di una profonda rigenerazione: questa è la nuova sfida che ha lanciato il mondo delle costruzioni, una rivoluzione dell’intero edificio e non del singolo appartamento che comporta una riduzione dei consumi del 60-70%
Ecco qui brevemente alcune delle caratteristiche di un edificio "verde"
- Uso efficiente di energia, acqua e altre risorse.
- Uso di energia rinnovabile, come l'energia solare.
- Misure di riduzione dell'inquinamento e dei rifiuti e possibilità di riutilizzo e riciclaggio.
- Buona qualità dell'aria ambientale interna.
- Uso di materiali non tossici, etici e sostenibili.
- Considerazione dell'ambiente nella progettazione, costruzione e funzionamento.
- Considerazione della qualità della vita degli occupanti nella progettazione, costruzione e funzionamento
- Un design che consente l'adattamento a un ambiente in evoluzione.
L’edificio green deve, quindi, relazionarsi con il contesto in cui si trova, rispettando non solo determinati parametri di efficienza energetica, ma anche guardando complessivamente alla qualità dell’aria interna, la qualità ambientale e i consumi idrici.
Gli architetti di Onehome, ad esempio, hanno previsto nel progetto delle fioriere inglobate in facciata sui quattro
piani, fioriere che ospiteranno essenze che saranno autonome sotto il profilo dell'irrigazione
e richiederanno una manutenzione ordinaria minima.
Tutti con terrazzi, i sei
appartamenti interni, saranno dotati di grandi finestre che garantiranno
particolare luminosità, e godranno del verde comune e di un bassissimo consumo
energetico.
L'architettura di Onehome prevede infatti una qualità ecologica
che si avvicina allo zero emissioni e conseguentemente basse spese per chi
occuperà le case. La qualità della vita dei nuovi residenti, partirà con
l'arrivo a casa e la visione del verde esterno e proseguirà poi in
appartamento con una maggiore ossigenazione, della quale per altro godrà anche
tutta l'area circostante.
Per ulteriori informazioni è possibile visitare il
sito www.onehomebrianza.it
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